Il Sole 24Ore di oggi dedica un ampio articolo al tema dell’emergenza mutui in Italia, riportando le evidenze emerse nell’ultima release dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Save Your Home.
Presentati ufficialmente a Roma lo scorso 8 novembre alla stampa – in un evento che ha visto la partecipazione delle parti politiche, delle istituzioni del Terzo Settore e di diversi professionisti in ambito legale – i dati dell’ultima indagine evidenziano un quadro allarmante, che non sta passando inosservato a livello mediatico.
L’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, con il conseguente rincaro delle rate dei mutui a tasso variabile, sta infatti esponendo a un maggior rischio di insolvenza circa 60 miliardi di euro erogati sotto forma di finanziamenti alle famiglie italiane.
Su 3,5 milioni di famiglie italiane con un mutuo in corso (oltre 430 miliardi di euro di valore complessivo) più del 36% ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Una componente elevata, nonostante surroghe per oltre 60 miliardi dal 2012 ad oggi – una soluzione d’emergenza e tardiva rispetto agli aumenti preesistenti, che fissa inevitabilmente le rate mensili su valori elevati e molto meno sostenibili.
Al contempo, il forte incremento del costo del denaro dovuto all’inflazione genera una pressione crescente sulle famiglie, impreparate a gestire il corposo aumento delle rate. Dall’Osservatorio SalvaLaTuaCasa si evidenzia come la rata di un mutuo a tasso variabile raggiunga livelli di allerta per tutte le fasce di reddito fino almeno a 1.900 € netti mensili, con un peso che arriva a superare il 60% del reddito netto mensile di queste famiglie.
In mancanza di misure efficaci, il forte rialzo dei tassi potrebbe causare un marcato peggioramento della rischiosità del credito, con impatti negativi sia per le famiglie sia per gli istituti di credito.
Una situazione che si rifletterà probabilmente anche sul mercato delle aste con un aumento previsto per il 2024 del 10% rispetto all’anno corrente per cui si stima un numero di aste compreso tra le 150-160mila. Le aste immobiliari presentano molte criticità di sistema ed effetti negativi per banche e famiglie: i prezzi di aggiudicazione dimezzano infatti il valore dell’immobile rispetto alle quotazioni di mercato, e lunghezza ed onerosità dei procedimenti riducono ulteriormente il ricavato effettivo, lasciando ampie quote di scoperto a danno di creditori e debitori.